Padova, 2 ago – Nella gestione del problema del terrorismo e della politica mediorientale che l’Europa sta dimostrando negli ultimi mesi, c’è posto per storie sempre più grottesche. Dopo i terroristi che hanno problemi psichici e quindi vanno in fondo compresi, e i terroristi che vengono chiamati “ribelli moderati”, siamo arrivati alla parodia assoluta: un siriano di cittadinanza italiana che ha portato a Londra le sue nipoti fuggite da Aleppo, dove nelle ultime ore l’esercito siriano sta accerchiando i terroristi, è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e detenuto per quattro mesi in Inghilterra. Le istituzioni italiane sono state stranamente immobili. Le accuse sono cadute e il docente ha fatto ritorno a casa.
Damasco, 18 lug – Ieri a Damasco, durante la visita della delegazione di politici libanesi guidata da Noujah Wakim, presidente del Movimento Popolare Libanese, il presidente siriano Bashar Al Assad ha rilasciato al quotidiano libanese Al Akhbar, un suo parere riguardo ai recenti sviluppi in Turchia. Assad ha dichiarato, senza mezzi termini, che “il presidente turco sta usando il recente tentativo di colpo di stato in Turchia per eliminare i suoi avversari nelle istituzioni di governo”. E continuando: “Non vi è una chiara immagine di ciò che sta accadendo in Turchia e ci sono molte speculazioni in corso circa il tentativo di colpo di stato. Ma non si può ignorare il fatto che Erdogan stia usando questa situazione per eliminare i suoi avversari nelle forze armate e nelle istituzioni giudiziarie e politiche turche”.
Il Presidente siriano ha comunque ribadito, forse riferendosi agli stessi esponenti governativi turchi che nei giorni scorsi hanno accennato ad una possibile distensione con Damasco, che: “nella guerra in corso sul suolo siriano nessun compromesso può essere fatto perché i gruppi armati che vengono gestiti da soggetti esterni possono essere affrontati solo militarmente”.
E ancora, sul ruolo dei governi di molti paesi che tentano un riavvicinamento nascosto con il legittimo governo siriano: “Alcuni paesi e partiti arabi hanno contatti segreti con noi e chiedono esplicitamente di non pubblicizzare le loro nuove posizioni verso gli sviluppi siriani per timore che Stati Uniti e Arabia Saudita possono arrabbiarsi”.
Il presidente siriano ha concluso l’intervista utilizzando le stesse parole già spese in precedenza ad inizio luglio, riferendosi sicuramente anche ai governi di qualche paese occidentale: “ci attaccano politicamente e poi mandano i funzionari a trattare con noi sotto banco, in particolar modo sulla sicurezza”.