Intervista dell’International Business Times a Matteo Caponetti
Apr201322

Intervista integrale e originale dell’International Business Times di New York a Matteo Caponetti, Coordinatore e Responsabile del European Solidarity Front for Syria

1) Vedo che l’organizzazione è stata fondata a gennaio. Quanti membri avete? Quale tipo di eventi avete organizzato?

Il Fronte Europeo di Solidarietà per la Siria è nato all’inizio del 2013 dall’idea di alcuni attivisti che sin dall’inizio dei tumulti in Siria si erano adoperati per sostenere la posizione del presidente Assad e del popolo siriano. Nasce quindi per unire le forze di tutti i sostenitori europei di questa giusta causa al fine di dare voce alle comunità siriane sparse nel nostro vecchio continente che sono state oscurate volutamente dai mass media internazionali. I principali fondatori di questo progetto si trovano in Italia, Grecia, Cipro, Belgio, Olanda, Finlandia e Spagna ma abbiamo trovato subito l’entusiastico sostegno da parte di numerosi militanti che si sono subito attivati in diversi paesi e più precisamente in Polonia, Francia, Repubblica Ceca, Romania, Irlanda, Serbia, Gran Bretagna, Scozia, Malta, Ucraina, Danimarca, Svezia, Canada e Argentina. Abbiamo simpatizzanti ovunque anche nei paesi sopra non citati come Germania, Slovacchia, Slovenia, Svizzera perfino in Indonesia ed Australia oltre ovviamente il sincero affetto di molti anzi moltissimi siriani. Le attività da noi svolte fino ad ora sono state molteplici, abbiamo iniziato con campagne di affissioni con manifesti comparsi in varie città e capitali europee basti pensare che ad esempio in Grecia, nonostante la crisi economica e i gravissimi problemi di politica interna, le affissioni hanno coperto ben 17 città. Stessa cosa vale per il resto del materiale da noi prodotto come adesivi, volantini e striscioni che in Spagna, Olanda, Italia, Finlandia, Malta, Romania hanno avuto gran successo. Il nostro lavoro però non si ferma solo a semplici ma importantissime affissioni, abbiamo organizzato e organizzeremo svariate conferenze soprattutto nelle scuole, in cui abbiamo avuto la fortuna di essere invitati per spiegare l’importanza di questa battaglia per la civiltà, sono poi in programma raccolte fondi e di materiali da inviare qualora ne servisse la necessità direttamente in Siria, abbiamo stretto legami con le varie comunità siriane e prodotto vari articoli e video per monitorare e diffondere la grave situazione che ha colpito e colpisce il popolo siriano in questa barbara guerra mossa entro i suoi confini dalla comunità internazionale. In questo breve periodo di attività due sono state però le iniziative più importanti, la prima è stata compiuta in occasione dell’anniversario del secondo anno dallo scoppio degli attentati terroristici in Siria, per questa data avevamo in mente un azione che potesse riscuotere l’attenzione da parte dei media e alla fine dopo attente riflessioni abbiamo optato per piazza San Pietro aiutati anche dall’importante manifestazione che vedeva la partecipazione di migliaia di persone e centinaia di giornalisti e televisioni presenti al primo angelus del neo eletto papa Francesco. Il risultato è stata il silenzio dei media e la scientifica indifferenza con tagli di immagini e telecamere che evitavano di riprendere la piazza intera in cui erano presenti almeno 30 bandiere siriane. La seconda è avvenuta sabato scorso durante il corteo organizzato dall’Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia) in sostegno all’FSA (Free Syrian Army). Durante il corteo alcuni dei nostri attivisti hanno pacificamente e spontaneamente organizzato una azione dimostrativa per protestare contro questa manifestazione, sventolando bandiere siriane e innalzando cori solidali con il popolo siriano e il suo legittimo presidente Bashar al-Assad. In questo corteo vi erano presenti tra l’altro alcuni esponenti salafiti e un rappresentante dei fratelli musulmani in Siria, tutto ciò ovviamente documentato da noi con foto, oltre sicuramente a persone che in buona fede credono in una causa che il 90% dei siriani però respinge pagando con la propria vita la fedeltà e la difesa della propria patria. Gli effetti della nostra azione hanno portato a svegliare e compattare molte coscienze ma allo stesso tempo ci hanno portato ad essere stati denunciati dalla polizia, oltre a ricevere insulti e minacce con tanto di schedario fatto di foto e dati personali in possesso di persone che in Siria hanno partecipato alla lotta armata tra le file degli integralisti musulmani. Il nostro lavoro è molto impegnativo perchè in Europa e nel mondo sono nate nel silenzio assoluto moltissime spontanee manifestazioni, siti internet, pagine e profili sui social network e comitati che sostengono il governo di Damasco. Il nostro prossimo importante appuntamento sarà la manifestazione in programma a Roma nel mese di giugno.

2) Quale sono le vostre ragioni per sostenere Assad?

Innazitutto ci tengo a precisare che noi, diversamente da altri abbiamo una posizione lineare sin dall’inizio, quindi parlo di ormai due anni fa, tutti gli attivisti che oggi fanno parte del Fronte Europeo di Solidarietà per la Siria hanno sempre sostenuto la legittimità del governo dell’attuale presidente siriano Bashar al-Assad. Sosteniamo Assad perchè sostenere Assad, come ci spiegano i nostri amici siriani, significa difendere il proprio paese, la propria terra, la propria famiglia, il proprio popolo. Difendiamo Assad e nello stesso tempo condanniamo questo meccanismo mediatico che è stato messo in piedi dall’occidente che distorce la verità raccontando volutamente solo ciò che fa più comodo alla propaganda delle nazioni coinvolte in questa feroce aggressione diretta ed indiretta contro la nazione siriana, omettendo e falsificando le notizie provenienti dalle città siriane in cui la totalità della popolazione continua a gridare senza remore ” il popolo vuole Bashar al-Assad”. Noi ci opponiamo fortemente alla creazione di un ennesimo stato fantoccio in mano alle potenze occidentali in Medioriente perchè crediamo che siano esse stesse motivo della mancata pacificazione in cui riversa l’intera area geografica. Due anni fa il movimento di protesta siriano, come parte della primavera araba, ha rivendicato pacificamente nuove riforme in un paese, nel quale, varie realtà etniche e religiose in centinaia di anni hanno imparato a coesistere l’una con l’altra su uno stesso territorio. Come è accaduto esattamente per la Libia, questo delicato equilibrio è stato sconvolto dall’intervento dei governi occidentali e dei suoi alleati del Quatar e dall’Arabia Saudita, che pur sostenendo la forte volontà di volere la pace nel paese a favore dei diritti umani, allo stesso tempo hanno infiltrato agenti fornendo armi e denaro alle fazioni ribelli anti-governative. Le file dei ribelli continuano a essere ingrossate dall’arrivo di mercenari affiliati anche a movimenti integralisti come Al-Qaeda, gli stessi terroristi contro cui la Francia ha recentemente intrapreso una campagna militare in Mali ma che paradossalmente supporta attivamente in Siria. Gli stessi terroristi che il mondo intero capitanati dagli USA combattono in Afghanistan, Iraq ecc, gli stessi terroristi che sono stati autori di vili attentati in tutto il mondo mietendo vittime innocenti di assurdi giochi di potere. Ora le vittime innocenti sono di nazionalità siriana ma sta volta a difenderle c’è un coraggioso presidente che con l’aiuto di un eroico esercito e un incomibile popolo resiste e contrabbatte questa barbaria esportata dentro i loro confini. Essi, quindi, non rappresentano il popolo siriano, ma gli sforzi delle potenze occidentali che con il beneplacito appoggio dell’integralismo islamico vogliono fare della Siria un nuovo stato fantoccio nelle loro mani nello scacchiere mediorientale. Per questo motivo il Fronte Europeo di Solidarietà per la Siria è al fianco del popolo siriano, del suo esercito, del presidente Assad e del suo governo. Abbiamo il dovere di essere la loro voce in Europa e cercare di svegliare più coscienze possibili dinanzi a questa ennesima dimostrazione di arroganza imperialista dell’Occidente, dalla brutalità del fondamentalismo islamico e dagli interessi politici ed economici dei paesi mediorientali come Turchia.

3) Ci sono dei partiti politici, in Italia o all’ estero, che hanno le vostre stesse opinioni?

In Italia e in generale in Europa partiti che sono espressione di una percentuale importante di un paese che sostengano la Siria ed Assad non ci sono. Esistono partiti come il Fronte Nazionale di Marine Le Pen in Francia che da sempre ha rapporti amichevoli nei confronti di Damasco ma è l’unico esempio. In Italia e nel resto dell’Europa vi è il silenzio, oltre ad alcuni partiti minori che da sempre hanno posizioni antimperialiste, ma ognuna con i distinguo dovuti alla propria appartenenza ideologica, non ci sono partiti importanti schierati in questo senso, si possono trovare singoli parlamentari battersi ma sono voci isolate che non trovano consenso all’interno delle loro stesse organizzazioni politiche. In realtà la creazione della nostra organizzazione, il Fronte Europeo di Solidarietà per la Siria, ha proprio lo scopo di unire tutte le voci fuori dal coro coinvolgendo moltissimi movimenti ed associazioni che non hanno paura di gridare e sostenere senza imbarazzi Viva la Siria! Viva Bashar al-Assad!.

4) Quali sono state le reazioni del pubblico quando avete iniziato a presentare il vostro messaggio?

La reazione dell’opinione pubblica nella maggioranza dei casi è di indifferenza totale. Quella siriana è una causa che non conosce o non interessa la maggioranza della gente comune. Questo però varia da paese a paese e dai diversi problemi politici ed economici che quei paesi attraversano. I principali mass media presentano la situazione siriana seguendo il solito schema dei buoni e cattivi. Ma l’assuefazione si sta trasformando in indifferenza perchè gli schemi utilizzati in Siria stanno diventando ripetitivi all’occhio degli spettatori e questa indifferenza potrebbe rivelarsi, se saremo in grado di attirare intelligentemente la loro attenzione, una possibilità di risveglio per molte coscienze davanti a questo violento e criminale attentato nei confronti di uno stato sovrano.

 

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